domenica 26 aprile 2009

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Martedì 7 aprile 2009 è stata approvata la delibera di giunta che “individua nel territorio provinciale di Frosinone, l’Aeroporto regionale, localizzandolo in un’area tra i comuni di Frosinone e Ferentino, in conformità con le risultanze istruttorie e ferma restando la necessità della preventiva Valutazione Ambientale Strategica da completarsi entro sei mesi dalla pubblicazione del presente atto. Quest’ultima terrà conto dell’inserimento dell’Aeroporto in un più ampio programma che preveda l’opera di bonifica e di risanamento ambientale dei territori della Valle del Sacco e la riqualificazione e la riconversione ecologica del sistema produttivo locale anche attraverso lo sviluppo degli eco-distretti industriali, delle filiere agro energetiche e delle energie rinnovabil”. Inoltre la delibera “ritiene di condividere tale localizzazione, includendo il nuovo aeroporto e le infrastrutture connesse in un sistema di mobilità integrata idoneo a migliorare l’efficienza del trasporto pubblico provinciale”.
Bisogna studiare l’impatto ambientale, dice la delibera regionale, e bisogna inserire l’opera in un contesto di risanamento ambientale: bene, noi non crediamo assolutamente a questa favola, sia perché non è necessario essere scienziati per capire che l’aeroporto aumenterebbe vertiginosamente il livello di inquinamento del territorio, sia perché è davvero curioso pensare di risanare l’ambiente con un aeroporto di queste dimensioni. Inoltre perché la delibera non stanzia un euro per perseguire tali obiettivi, mentre ben 5 milioni di euro sono stati sperperati nella sola progettazione aeroportuale.
Siamo sicuri che uscirà fuori un bello studio d’impatto ambientale del tipo: gli aerei inquinano per 100, piantiamo alberi che disinquinano per 50, diminuiamo l’uso della macchine perché poi un domani faremo la ferrovia che collega Roma in 25 minuti, per cui c’è un disinquinamento pari a 60, per cui più 100 meno 50 meno 60 l’aeroporto riduce l’inquinamento di 10!
Preoccupazioni che prendono forma. Si legge il 22 aprile 2009 su Il Messaggero: “Il consiglio di amministrazione di Adf (la spa Aeroporto di Frosinone) ha dato incarico, ieri mattina, ai professori Carrer e Allegrini e alla società di revisione Price Waterhouse di realizzare nei prossimi cinque mesi la valutazione ambientale strategica, così come previsto dalla delibera regionale che ha preso atto del progetto di fattibilità dello scalo ciociaro. «Abbiamo chiesto espressamente di realizzare questo studio in modo da poter riutilizzare i risultati anche per lo studio di impatto ambientale - spiega l’assessore regionale Francesco Scalia che ieri ha presieduto per l’ultima volta il cda di Adf - per evitare di duplicare il lavoro e di conseguenza il tempo necessario e i costi»”.[1]
Come.. la valutazione ambientale strategica sarebbe commissionata dalla stessa società che vuole realizzare l’aeroporto!
La favola del miglioramento del trasporto pubblico provinciale veloce è poi tragicamente comica. Da anni sulla Roma-Cassino migliaia di pendolari vivono la loro passione quotidiana: treni sporchi, maleodoranti, costantemente in ritardo; stazioni ferroviarie senza bagni, senza biglietterie, senza personale ferroviario; velocità di percorrenza media inferiore ai 60Km/h. Se gli assessori regionali prendessero il treno per andare a Roma a lavorare in Regione forse se ne renderebbero conto! E a chi vive l’inferno quotidiano del pendolarismo con Roma si promette un futuro paradiso legato all’aeroporto: senza aeroporto niente ferrovia buona per Roma. Prendere o lasciare!

Poniamoci queste domande:

Vista la situazione emergenziale dal punto di vista ambientale e della salute dei cittadini, perchè si vuole questo aeroporto? E chi lo vuole?

Come si può subordinare la bonifica e la riconversione ambientale della Valle del Sacco alla costruzione di un aeroporto?

Perché per il progetto aeroportuale la Regione Lazio ha investito già ben 5 milioni di euro pubblici, mentre per i progetti di bonifica e di risanamento ecologico nell’area del frusinate della Valle del Sacco non se ne vedono di così consistenti?

I finanziamenti pubblici investiti fino adesso, e successivi stanziamenti, quali altri impieghi potrebbero avere nel territorio allo scopo di produrre ricchezza ed occupazione, senza stravolgere l’ambiente?

Pensiamo che le risorse economiche impegnate per questa opera pubblica andrebbero destinate e investite in modo diverso e più proficuo per le esigenze dei cittadini e dei territori tramite la bonifica del territorio; la riconversione dell’apparato produttivo in eco-distretti industriali; la ricerca sulle energie rinnovabili; lo sviluppo della mobilità sostenibile, puntando al potenziamento della tratta Cassino – Roma; la nascita di poli culturali, con in particolare l’istituzione di un parco agricolo-universitario nell’ex deposito militare della stazione di Anagni e di un polo universitario nell’area nord della Provincia di Frosinone, nonché di un auditorium e un teatro nel capoluogo, oggi assenti; la salvaguardia e la promozione turistica delle risorse naturali, con l’istituzione del Parco dei monti Lepini e del monumento naturale della Macchia di Anagni e del parco fluviale dell’Alabro; un maggior investimento nelle strutture ospedaliere, anche con l’istituzione di un reparto di pneumologia e di un reparto di medicina preventiva del lavoro; il rilancio del sistema turistico imperniato su Fiuggi, con strutture congressuali e sportive, valorizzando il turismo d’arte in tutta la Ciociaria. Tutte azioni utili a creare un ampio indotto per vera e sana occupazione.

Quale metodo è stato seguito per decidere una tale opera ?

Non certo quello della democrazia partecipativa. Infatti, nonostante la società Aeroporto di Frosinone S.P.A. sia completamente a partecipazione pubblica, i cittadini si vedono calare dall’alto decisioni che cambieranno radicalmente il loro modo di vivere, senza essere ascoltati dalle istituzioni.
L’approvazione della delibera regionale che localizza l’aeroporto nei territori di Frosinone-Ferentino, oltre ad essere un gravissimo errore politico, ha rivelato un atteggiamento irrispettoso della giunta regionale nei confronti dell’associazioni ambientaliste. Infatti, la tale localizzazione è stata approvata senza ascoltare la voce di chi da tempo si batte per la bonifica e la riconversione ecocompatibile del territorio. Questo dimostra un deficit di democrazia. Si è preferito garantire gli equilibri politici piuttosto che il futuro della Valle.

Il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo dichiarò a suo tempo in merito all’emergenza ambientale della Valle del Sacco che “chi ha inquinato dovrà pagare”. Chi pagherà, invece, per l’ inutile e dannoso aeroporto sulla Valle del Sacco?
È un’assurdità che le istituzioni preposte parlino di bonifica se al contrario continuano nell’opera di inquinamento e speculazione del nostro territorio con progetti inutili.
La Valle del Sacco e la sua popolazione ha bisogno di un altro modello di sviluppo, autentico ed ecocompatibile.
Bisogna smontare il ricatto sociale che i promotori dell’ aeroporto di Frosinone-Ferentino stanno portando avanti, per cui se si situa in un territorio, un’ attività che lo inquina, lo deturpa e attenta alla salute dei suoi abitanti, questa deve essere accettata in nome della creazione di ipotetici nuovi posti di lavoro
Questo Paese ci ha abituati a vedere realizzate le assurdità più colossali, i più aberranti non-sensi, i più inimmaginabili scempi ambientali.
In questa poco onorevole classifica il progetto dell’aeroporto di Frosinone, si ritaglia un posto di primo piano. La classe politica locale, la Provincia, la Regione Lazio, il Comune di Ferentino, il Comune di Frosinone stanno riuscendo a compiere un “miracolo”. Costruire un aeroporto senza solide prospettive economiche in una vallata in mezzo alle montagne già avvelenata da decenni di malcostume industriale, come provato da dati incontrovertibili, e operante in condizioni di sicurezza assai dubbie.
Un aeroporto che non decollerà mai in termini economici, risolvendosi in una colossale speculazione finanziaria- edilizia e in un imbuto di denaro pubblico, oppure che, non si sa bene come, riuscirà a crearsi un mercato grazie a un enorme investimento di volontà politica, ma producendo danni spaventosi in un contesto ambientale già compromesso, gravando sulle spalle di una popolazione che sta già pagando un altissimo prezzo in termini di salute.

[1] Cfr. articolo “ Presidenza ADF, il 30 le dimissioni di Scalia”, Il Messaggero del 22/04/2009, cronaca di Frosinone, pag. 32

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